L’IDEA

«Accostati alla Sapienza come uno che ara e che semina e che resta in attesa dei suoi buoni frutti; faticherai un po’ per coltivarla, ma presto mangerai dei suoi prodotti»  Giosuè di Sira, Siracide (6, 19)

«Il padre Giove in persona decise che non fosse facile la via del coltivare e per primo fece sì che i campi fossero arati, affinando i cuori dei mortali con gli affanni e non sopportando che il suo regno giacesse inerte in un pesante letargo» Virgilio, Georgiche (1, 121-124)

Il progetto “Campi Film Festival” è stato elaborato da Francesco Scolari nel 2016, qualche mese prima del terremoto che sconvolse molte zone dell’Italia Centrale. Il termine “campi era stato da lui scelto per come esso veniva inteso nella Bibbia, quando si parla di “semina” come simbolo della persona saggia (l’anziano, appunto, nell’accezione classica del termine) che persegue la Sapienza in attesa dei suoi frutti. Le stesse similitudini tra campagna coltivata e rapporto tra età giovane ed età matura sono rintracciabili anche nel Primo libro delle Georgiche di Virgilio.

È allora che, per la prima volta, nacque in lui l’idea di un “Giffoni alla rovescia”, perché non esisteva ancora un Festival di cinema esplicitamente dedicato agli anziani ed al rapporto tra le generazioni.

Poi, con l’arrivo del terremoto e del covid, molto tempo è passato. Solo un paio d’anni fa, riprendendo l’idea, Scolari la propose ad alcuni Comuni del cratere che, pur apprezzandola, non ritennero vi fossero le condizioni per attuarla. Infine, il CFF ha debuttato in via sperimentale ed in forma ridotta nell’autunno del 2023.